Alla fine del 1959 la lunga serie delle Ferrari 250 GT si arricchì di un modello molto importante, provvisto di doti sportive che ne avrebbero decretato il successo: la 250 GT Berlinetta, conosciuta anche come SWB (“short wheelbase”, ossia passo corto). La nuova vettura aveva una carrozzeria arrotondata e piuttosto diversa dalle precedenti 250 GT. La produzione andò avanti fino al 1962, con due serie abbastanza distinte. Si distinguevano versioni competizione, con carrozzeria in alluminio e “lusso”, con carrozzeria in acciaio e finiture più stradali. Anche sulla SWB venne impiegato l’eccezionale V12 60° da 3 litri che a seconda delle versioni dava dai 240 ai 280 cavalli. La SWB ottenne vittorie assolute importanti (Tour de France, Coppa Intereuropa a Monza, Tourist Trophy), ottenendo innumerevoli successi in classe GT.
La Ferrari 250 GT SWB telaio 2009GT venne iscritta alla 24 Ore di Le Mans 1960 da G.Whitehead per lo stesso Whitehead e Taylor. La vettura si ritirò alla 21ma ora, dopo avere occupato la quinta posizione, lasciando quindi Tavano e Dumay a vincere la classe GT con un'altra Ferrari 250 GT SWB.
BBR fu fondata da Alberto Balestrini, Enrico Barberis e Fernando Reali a Saronno (Italia) nel 1984. Il marchio si impose rapidamente all’attenzione degli appassionati per l’alta qualità dei modelli, in resina scala 1:43, venduti in kit e montati. Negli anni ’90 la qualità e il prestigio del marchio aumentarono ulteriormente, con prodotti di gamma alta per i collezionisti più esigenti. BBR collaborava già strettamente con marchi come Ferrari. Numerose furono le iniziative commerciali, con gamme dalle fasce di prezzo differenti. Nel 2005, BBR introdusse anche i modelli diecast in 1:18, una scala che aveva preso sempre più piede anche nella produzione dell’azienda italiana. Attualmente la 1:18 occupa ancora una parte importantissima nell’attività BBR ma la 1:43 continua ad essere sviluppata.