Con questa vettura molto probabilmente Jim Clark avrebbe potuto agevolmente conquistare nel 1968 il suo terzo titolo mondiale di Formula 1. Lo scozzese purtroppo con essa vi disputò solo il Gran Premio del Sudafrica, che vinse nel gennaio di quell'anno. Tre mesi dopo, in una gara di Formula 2 sul circuito tedesco di Hockenheim, perse la vita. La Lotus 49, progettata da Colin Chapman e Maurice Philippe, aveva due caratteristiche che la rendevano estremamente competitiva. Questa monoposto era molto più di una semplice evoluzione della Lotus 43 che l'aveva preceduta. Inizialmente Chapman introdusse una piccola ala posteriore, ma in Francia si optò per un alettone più ampio montato direttamente sulla sospensione. Una soluzione che fu tuttavia bandita per motivi di sicurezza dopo il Gran Premio di Spagna del '69. Dal 1967 al 1970 la Lotus 49, nelle sue varie evoluzioni, prese parte a 41 gare, ottenendo 12 vittorie, 19 pole e 14 giri più veloci. Sempre nel 1968 Graham Hill vi conquistò il titolo Piloti e alla scuderia inglese andò quello Costruttori. A testimonianza della sua longevità va anche citato che l'austriaco Jochen Rindt nel '70 vi disputò ancora tre Gran Premi, ottenendo il successo a Montecarlo, sulla strada che alla fine di quella tragica stagione lo avrebbe portato a diventare il primo campione del mondo di Formula 1 postumo.