Quello della Brabham BT55 viene ricordato tutt’oggi come un progetto rivoluzionario rispetto agli standard delle Formula 1 degli anni Ottanta. Nata dalla mente vulcanica di Gordon Murray, questa vettura realizzata interamente in fibra di carbonio venne in breve ribattezzata “sogliola” per via del suo profilo aerodinamico estremamente piatto, più bassa di ben 23 cm rispetto al modello BT54 del 1985. Spinta da un propulsore turbo Bmw 4 cilindri opportunamente inclinato di 72° sul lato sinistro, con cambio Weissman a 7 marce manuale, la Brabham BT55 fece la sua apparizione nel 1986, inizialmente affidata ai due piloti italiani Riccardo Patrese e Elio De Angelis. Fu proprio quest’ultimo a pagare probabilmente lo scotto di una monoposto dalle soluzioni estreme, rimanendo vittima di un incidente il 14 maggio durante una sessione di test sul circuito di Le Castellet. La morte del pilota romano sconvolse lo stesso Murray, che decise dunque di lasciare le Brabham per passare alla McLaren, quando riprese lo stesso progetto della BT55 per gettare le basi della MP4/4 che dominò il Mondiale ’88 con Ayrton Senna.